E soprattutto non chiamiamoli «nativi digitali». È vero che gli adolescenti di oggi sono nati con le nuove tecnologie e non possono nemmeno immaginare un mondo che ne sia privo, ma questa definizione rischia di creare più impicci che altro.
A sostenerlo è Sonia Livingstone, docente di Psicologia sociale della London School of Economics, a capo del progetto Eu Kids Online, finanziato dalla Commissione Europea per prevenire i rischi della navigazione in Rete e promuovere un uso responsabile di Internet da parte di genitori e ragazzi, e autrice di «Ragazzi Online. Crescere con Internet nella società digitale», pubblicato in Italia da Vita e Pensiero. Sono da poco spenti i riflettori sul «Safer Internet Day», celebrato il 7 febbraio, che ha visto fra l’altro la presentazione degli ultimi risultati della ricerca di Eu Kids Online, con la partecipazione di 25mila genitori e ragazzi tra i 9 e i 16 anni in venticinque Paesi Europei (per l’Italia col contributo di OssCom dell’Università Cattolica di Milano). Le considerazioni di Sonia Livingstone possono aiutare a vedere da una prospettiva diversa la questione cruciale del rapporto genitori-figli nei confronti di Internet. «Sono scettica riguardo alla nozione di “nativi digitali” per due ragioni – spiega ad Avvenire la responsabile del progetto Eu Kids Online –. In primo luogo un’etichetta del genere tende a non considerare gli aspetti critici dei nuovi media, come la sfida di riuscire a governare il sovraccarico di informazioni o la capacità di valutare e selezionare i contenuti di qualità in un ambiente dominato da logiche commerciali.
E soprattutto non chiamiamoli «nativi digitali». È vero che gli adolescenti di oggi sono nati con le nuove tecnologie e non possono nemmeno immaginare un mondo che ne sia privo, ma questa definizione rischia di creare più impicci che altro.
A sostenerlo è Sonia Livingstone, docente di Psicologia sociale della London School of Economics, a capo del progetto Eu Kids Online, finanziato dalla Commissione Europea per prevenire i rischi della navigazione in Rete e promuovere un uso responsabile di Internet da parte di genitori e ragazzi, e autrice di «Ragazzi Online. Crescere con Internet nella società digitale», pubblicato in Italia da Vita e Pensiero. Sono da poco spenti i riflettori sul «Safer Internet Day», celebrato il 7 febbraio, che ha visto fra l’altro la presentazione degli ultimi risultati della ricerca di Eu Kids Online, con la partecipazione di 25mila genitori e ragazzi tra i 9 e i 16 anni in venticinque Paesi Europei (per l’Italia col contributo di OssCom dell’Università Cattolica di Milano). Le considerazioni di Sonia Livingstone possono aiutare a vedere da una prospettiva diversa la questione cruciale del rapporto genitori-figli nei confronti di Internet. «Sono scettica riguardo alla nozione di “nativi digitali” per due ragioni – spiega ad Avvenire la responsabile del progetto Eu Kids Online –. In primo luogo un’etichetta del genere tende a non considerare gli aspetti critici dei nuovi media, come la sfida di riuscire a governare il sovraccarico di informazioni o la capacità di valutare e selezionare i contenuti di qualità in un ambiente dominato da logiche commerciali.