Il rapporto sempre più stretto fra design e tecnologia, che esplora combinazioni nuove dove la macchina s’inserisce in modo naturale nel processo creativo, è tutto nel movimento quasi ipnotico del braccio robotico di Nagami – studio spagnolo specializzato in oggetti stampati in 3D – protagonista dei video proiettati allo Spazio Thera, in piazza Castello, dove sono ospitati alcuni prototipi realizzati per il Salone.
Il robot cesella i particolari con una cura che ricorda il lavoro artigianale e scolpisce nello spazio oggetti come Robotica TM di Ross Lovegrove, sorta di tavolo-sgabello dalla forma organica, o le sedie Peeler di Daniel Widrig, Rise, dalle sembianze di un corallo, e Bow, che ha comportato una lavorazione particolare per stamparvi sopra una decorazione, progettate dallo Studio Hadid. Si tratta di oggetti che derivano da un intreccio davvero inedito fra processo creativo e tecnologia, come indica il titolo dell’esposizione “Brave new world”. Secondo quanto spiega Ross Lovegrove, protagonista di una delle conferenze organizzate nei giorni del Salone, “c’è bisogno della mente del designer e di quella dell’algoritmo, che comprende le complessità della matematica. Crei nell’aria, senza uno stampo. In questo modo vorrei dare vita a nuove specie, nuove forme che non sono mai esistite prima”.
Il rapporto sempre più stretto fra design e tecnologia, che esplora combinazioni nuove dove la macchina s’inserisce in modo naturale nel processo creativo, è tutto nel movimento quasi ipnotico del braccio robotico di Nagami – studio spagnolo specializzato in oggetti stampati in 3D – protagonista dei video proiettati allo Spazio Thera, in piazza Castello, dove sono ospitati alcuni prototipi realizzati per il Salone.
Il robot cesella i particolari con una cura che ricorda il lavoro artigianale e scolpisce nello spazio oggetti come Robotica TM di Ross Lovegrove, sorta di tavolo-sgabello dalla forma organica, o le sedie Peeler di Daniel Widrig, Rise, dalle sembianze di un corallo, e Bow, che ha comportato una lavorazione particolare per stamparvi sopra una decorazione, progettate dallo Studio Hadid. Si tratta di oggetti che derivano da un intreccio davvero inedito fra processo creativo e tecnologia, come indica il titolo dell’esposizione “Brave new world”. Secondo quanto spiega Ross Lovegrove, protagonista di una delle conferenze organizzate nei giorni del Salone, “c’è bisogno della mente del designer e di quella dell’algoritmo, che comprende le complessità della matematica. Crei nell’aria, senza uno stampo. In questo modo vorrei dare vita a nuove specie, nuove forme che non sono mai esistite prima”.