41 Stati americani acccusano Meta di attrarre e trattenere minori online con procedure scorrette

25 Ott 2023 -

41 Stati americani acccusano Meta di attrarre e trattenere minori online con procedure scorrette

Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, è stata citata in giudizio da 41  Stati Americani, più il Distretto di Columbia, per aver utilizzato consapevolmente le funzioni dei suoi servizi per attirare i bambini sulle proprie piattaforme,  mantenendoli agganciati  e ingannandoli sulla sicurezza delle piattaforme.

Nella loro denuncia gli Stati sostengono che Meta ha “progettato caratteristiche del prodotto psicologicamente manipolative per indurre i giovani utenti a un uso compulsivo e prolungato” dei suoi servizi, primo fra tutti Instagram. Secondo le accuse gli algoritmi dell’azienda sarebbero stati progettati per spingere i bambini e gli adolescenti verso contenuti tossici e nocivi, con funzionalità come lo “scroll infinito” e le continue notifiche “push”. Gli Stati accusano anche  Meta di aver violato una legge federale sulla privacy online dei bambini, (il COPPA, Children Online Privacy Protection Act, che impone il limite d’etò di 13 anni per la raccolta dei dati dei minori) raccogliendo i dati personali dei suoi utenti più giovani senza il permesso dei genitori.

Si tratta della più grande azione collettiva contro un social network a proposito di sicurezza dei minori, che si sia vista finora.

“Meta ha sfruttato tecnologie potenti e senza precedenti per attirare, coinvolgere e infine intrappolare giovani e adolescenti”, hanno dichiarato gli Stati nella loro causa di 233 pagine. “Il suo scopo è il profitto”.

La risposta di Meta

Meta ha dichiarato di essere al lavoro per garantire un ambiente più sicuro per gli adolescenti sulle sue app di aver introdotto più di 30 strumenti a supporto degli adolescenti e delle famiglie, come riporta il New York Times..

“Siamo delusi dal fatto che, invece di lavorare in modo produttivo con le aziende di tutto il settore per creare standard chiari e adeguati all’età per le numerose applicazioni utilizzate dagli adolescenti, i procuratori generali abbiano scelto questa strada”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato.

La causa ricorda da vicino azioni analoghe intraprese in passato contro le multinazionali del Tabacco, come ha dichiarato Phil Weiser, procuratore generale del Colorado, in un comunicato: “Proprio come hanno fatto Big Tobacco e le aziende del vaping negli anni passati, Meta ha scelto di massimizzare i propri profitti a spese della salute pubblica, danneggiando in particolare la salute dei più giovani”.

La questione dell’impatto dell’uso dei social sulla salute mentale degli adolescenti è molto calda negli Stati Uniti, in particolare dopo l’uscita del rapporto  del Surgeon General  che individuava proprio nelle piattaforme online una delle cause dell’aumento di casi di disagio nella fascia dei teenagers.

In questi mesi è in corso anche un’indagine riguardo alle pratiche di coinvolgimento di TikTok.  L’auspicio è che questa mobilitazione porti davvero a un cambiamento nelle strategie di funzionamento dei social media riguardo ai minori, come richiesto ormai incessantemente dalle associazioni di genitori.

 

 


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41 Stati americani acccusano Meta di attrarre e trattenere minori online con procedure scorrette

Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, è stata citata in giudizio da 41  Stati Americani, più il Distretto di Columbia, per aver utilizzato consapevolmente le funzioni dei suoi servizi per attirare i bambini sulle proprie piattaforme,  mantenendoli agganciati  e ingannandoli sulla sicurezza delle piattaforme.

Nella loro denuncia gli Stati sostengono che Meta ha “progettato caratteristiche del prodotto psicologicamente manipolative per indurre i giovani utenti a un uso compulsivo e prolungato” dei suoi servizi, primo fra tutti Instagram. Secondo le accuse gli algoritmi dell’azienda sarebbero stati progettati per spingere i bambini e gli adolescenti verso contenuti tossici e nocivi, con funzionalità come lo “scroll infinito” e le continue notifiche “push”. Gli Stati accusano anche  Meta di aver violato una legge federale sulla privacy online dei bambini, (il COPPA, Children Online Privacy Protection Act, che impone il limite d’etò di 13 anni per la raccolta dei dati dei minori) raccogliendo i dati personali dei suoi utenti più giovani senza il permesso dei genitori.

Si tratta della più grande azione collettiva contro un social network a proposito di sicurezza dei minori, che si sia vista finora.

“Meta ha sfruttato tecnologie potenti e senza precedenti per attirare, coinvolgere e infine intrappolare giovani e adolescenti”, hanno dichiarato gli Stati nella loro causa di 233 pagine. “Il suo scopo è il profitto”.

La risposta di Meta

Meta ha dichiarato di essere al lavoro per garantire un ambiente più sicuro per gli adolescenti sulle sue app di aver introdotto più di 30 strumenti a supporto degli adolescenti e delle famiglie, come riporta il New York Times..

“Siamo delusi dal fatto che, invece di lavorare in modo produttivo con le aziende di tutto il settore per creare standard chiari e adeguati all’età per le numerose applicazioni utilizzate dagli adolescenti, i procuratori generali abbiano scelto questa strada”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato.

La causa ricorda da vicino azioni analoghe intraprese in passato contro le multinazionali del Tabacco, come ha dichiarato Phil Weiser, procuratore generale del Colorado, in un comunicato: “Proprio come hanno fatto Big Tobacco e le aziende del vaping negli anni passati, Meta ha scelto di massimizzare i propri profitti a spese della salute pubblica, danneggiando in particolare la salute dei più giovani”.

La questione dell’impatto dell’uso dei social sulla salute mentale degli adolescenti è molto calda negli Stati Uniti, in particolare dopo l’uscita del rapporto  del Surgeon General  che individuava proprio nelle piattaforme online una delle cause dell’aumento di casi di disagio nella fascia dei teenagers.

In questi mesi è in corso anche un’indagine riguardo alle pratiche di coinvolgimento di TikTok.  L’auspicio è che questa mobilitazione porti davvero a un cambiamento nelle strategie di funzionamento dei social media riguardo ai minori, come richiesto ormai incessantemente dalle associazioni di genitori.

 

 


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