Una “maratona” di hacker , come quelle che si organizzano per risolvere con un nuovo software i problemi concreti di un’azienda. Solo che in questo caso le soluzioni da trovare non erano (soltanto) tecnologiche.
Il progetto era molto più ambizioso: fare hacking, ovvero esplorare strade poco battute e ideare sistemi innovativi per “migliorare il modo di pensare, creare, offrire e fruire prodotti culturali”.
Icodex, il primo hackaton (hacker marathon) di innovazione culturale, organizzato da Bookrepublic, realtà che da anni promuove l’editoria digitale in Italia, con il contributo di Fondazione Cariplo, si proponeva di applicare una formula propria del mondo dell’informatica per provare a creare un incontro fecondo tra tecnologia e cultura da cui potessero nascere progetti e servizi concreti. Il tutto in 24 intensissime ore di lavoro (intervallate da pause yoga e gym antistress) nei locali del Base di Milano.