Lev Manovich: la forma nella società dell’informazione

21 Gen 2003 -

Lev Manovich: la forma nella società dell’informazione

Il linguaggio dei nuovi media come visione del mondo della società contemporanea. Partendo da questo assunto di base Lev Manovich – studioso di belle arti, architettura e informatica – sviluppa la propria analisi e racconta a Stefania Garassini quali meccanismi muovono la società dell’informazione.

Lev Manovich, russo di nascita, cittadino americano, autore di “Il linguaggio dei nuovi media”, non è certamente un trascinatore alla Negroponte, ma nemmeno un asettico scienziato a suo agio soltanto dentro un laboratorio: associa piuttosto la precisione di un entomologo alla vena artistica di un regista d’avanguardia. La sua biografia è di per sé un esempio di armonica combinazione fra tecnologia e umanesimo. Manovich, classe 1960, studia belle arti, architettura e informatica a Mosca, per poi approdare in una società di computer animation statunitense negli anni ’80. Qui comincia a porsi qualche interrogativo sulla natura dell’immagine di sintesi, ricostruita cioè totalmente all’interno del computer, un’immagine che non è traccia di alcuna realtà esistente.

Continua a leggere su Domus


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lev Manovich: la forma nella società dell’informazione

Il linguaggio dei nuovi media come visione del mondo della società contemporanea. Partendo da questo assunto di base Lev Manovich – studioso di belle arti, architettura e informatica – sviluppa la propria analisi e racconta a Stefania Garassini quali meccanismi muovono la società dell’informazione.

Lev Manovich, russo di nascita, cittadino americano, autore di “Il linguaggio dei nuovi media”, non è certamente un trascinatore alla Negroponte, ma nemmeno un asettico scienziato a suo agio soltanto dentro un laboratorio: associa piuttosto la precisione di un entomologo alla vena artistica di un regista d’avanguardia. La sua biografia è di per sé un esempio di armonica combinazione fra tecnologia e umanesimo. Manovich, classe 1960, studia belle arti, architettura e informatica a Mosca, per poi approdare in una società di computer animation statunitense negli anni ’80. Qui comincia a porsi qualche interrogativo sulla natura dell’immagine di sintesi, ricostruita cioè totalmente all’interno del computer, un’immagine che non è traccia di alcuna realtà esistente.

Continua a leggere su Domus


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *