Un enorme tesoro di conoscenze, diffuso ovunque, che affronta gli argomenti più disparati e offre informazioni e spiegazioni praticamente su ogni aspetto dello scibile umano.
Il primo a intuirlo era stato il filosofo francese Pierre Levy che già nel 1994, quando ancora il Web era accessibile a pochi, profetizzava l’avvento di un’intelligenza collettiva, che avrebbe aperto prospettive inedite al pensiero e trovato soluzioni precluse a una ricerca puramente solitaria. Il giornalista John Battelle nel suo libro The search del 2005, dedicato a Google, l’aveva ribattezzata “forza dei molti”, per indicare come l’aumento degli utenti del Web avrebbe portato inevitabilmente a inserire in Rete contenuti di ogni tipo, anche quelli più specialistici e meno noti. Qualsiasi passione o interesse, anche il più bizzarro, avrebbe trovato nell’immensità del Web almeno uno o più adepti altrettanto interessati.
Un enorme tesoro di conoscenze, diffuso ovunque, che affronta gli argomenti più disparati e offre informazioni e spiegazioni praticamente su ogni aspetto dello scibile umano.
Il primo a intuirlo era stato il filosofo francese Pierre Levy che già nel 1994, quando ancora il Web era accessibile a pochi, profetizzava l’avvento di un’intelligenza collettiva, che avrebbe aperto prospettive inedite al pensiero e trovato soluzioni precluse a una ricerca puramente solitaria. Il giornalista John Battelle nel suo libro The search del 2005, dedicato a Google, l’aveva ribattezzata “forza dei molti”, per indicare come l’aumento degli utenti del Web avrebbe portato inevitabilmente a inserire in Rete contenuti di ogni tipo, anche quelli più specialistici e meno noti. Qualsiasi passione o interesse, anche il più bizzarro, avrebbe trovato nell’immensità del Web almeno uno o più adepti altrettanto interessati.