Sorpresa: dormire di più e stare più tempo con la famiglia (usando un filino meno i social media) rende i teenagers meno stressati e depressi. La psicologa Jean Twenge, autrice nel 2017 di un libro (“iGen”) e di un articolo molto controverso sui danni dello smartphone sui giovani (“Have smartphone ruined a generation?”) ha condotto un’indagine sulla salute mentale di oltre 1500 teenagers americani tra maggio e luglio 2020. Poi ha confrontato i dati raccolti con quelli di un’analoga ricerca condotta nel 2018. La conclusione? Durante la pandemia molti ragazzi hanno dormito di più la mattina (l’84% del campione contro il 55% nel 2018) e hanno avuto più tempo per stare con i propri familiari (il 56% ha risposto di aver avuto più tempo per parlare con i membri della propria famiglia e il 54% di aver cenato molto più spesso tutti insieme a casa). Il che si è tradotto in una diminuzione del tasso di depressione (dal 27% del 2018 al 17% con le scuole aperte durante la pandemia e 20% invece con le scuole chiuse). Restano ovviamente alti altri indicatori, relativi in generale all’ansia e alla tensione di questo periodo pandemico. E l’uso dei social media? Secondo la ricerca di Twenge è lievemente diminuito, a favore di un utilizzo più elevato delle piattaforme video tipo Netflix.
A riprendere lo studio, uscito nell’ottobre scorso, è Nir Eyal in un interessante pezzo su medium.com. La sua conclusione è che i social media abbiano ben poco a che fare la depressione dei ragazzi e che sia venuto il momento di occuparci di quello che veramente sembra stare a cuore ai teenagers: dormire e avere un buon rapporto con la propria famiglia. Un ottimo programma. Che da solo – c’è da scommetterci – è in grado di indirizzare verso un uso più sano dei social media.