Mentre genitori e educatori si preoccupavano dell’uso sregolato di Youtube e Instagram da parte dei ragazzi, nel 2017 cominciava a diffondersi un’app molto semplice che spopolava tra i preadolescenti. Inizialmente chiamata Musical.ly, consentiva di girare brevi video in cui muovere le labbra e il corpo a suon di musica, in una sorta di karaoke. Nel 2018 l’app è stata acquistata dalla cinese ByteDance e ribattezzata TikTok. La diffusione da quel momento in poi è cresciuta a ritmi esponenziali arrivando quasi a un miliardo di utenti nel mondo. In Italia sono 6milioni e mezzo, e il numero è triplicato in tre mesi. Nel novembre scorso Matteo Salvini ha aperto un profilo su TikTok e più di recente, la regina di Instagram Chiara Ferragni ha cominciato a usare l’app, insieme al marito Fedez. Sulla piattaforma stanno sbarcando anche star della musica e dello spettacolo, da Miley Cyrus a Selena Gomez, da Will Smith a Justin Bieber e in Italia, fra gli altri, Fiorello e Michelle Hunziker.
Quali sono le ragioni di un successo così repentino e che cosa possiamo aspettarci per l’immediato futuro?
La carta vincente di TikTok è la velocità: i video sono brevissimi e scorrono uno dopo l’altro in verticale sullo schermo. Si passa senza soluzione di continuità da una canzone a un breve tutorial di trucco, alla recita in playback di battute da film famosi, a brevissimi sketch divertenti, in un susseguirsi frenetico governato da algoritmi che confezionano un mix basato sui nostri interessi e sulle tendenze del momento. Grazie a un sistema particolarmente avanzato di Intelligenza Aritificiale, TikTok riesce così a coinvolgere l’attenzione dei suoi utenti in modo ancora più efficace rispetto ai concorrenti Instagram e Youtube. Il coinvolgimento funziona soprattutto con i giovanissimi – tra i 10 e i 12 anni, anche se l’età minima per accedere al servizio sarebbe 13 anni – che utilizzano il sistema per girare brevi video con effetti e filtri divertenti, da soli o in compagnia.
Questo uso molto precoce di TikTok ha già causato diversi problemi al servizio cinese, che negli Stati Uniti è stato multato dalla Federal Trade Commission, con una sanzione di 5,7 milioni di dollari per aver raccolto dati di minori senza il consenso dei genitori. E anche in Gran Bretagna è in corso un’indagine sul rispetto della privacy dei minori.
Da molte parti è stato lanciato l’allarme per le situazioni pericolose che si possono creare per chi ingenuamente pubblica i propri video e, d’altro canto bisogna ricordare che nell’app abbondano video pieni di ammiccamenti sensuali e con colonne sonore decisamente inadatte ai più giovani.
Le ambizioni di Tik Tok non si fermano però al pubblico dei preadolescenti. E’ già in atto un innalzamento dell’età media di accesso, anche grazie al fatto che sulla piattaforma iniziano a fare capolino profili di testate serie, come il Washington Post, e hashtag con riferimento alla politica e alle situazioni di crisi nel mondo, anche se ufficialmente il servizio non accetta pubblicità da parte di candidati alle elezioni. L’hashtag Trump2020 ad esempio, ha avuto oltre 450 milioni di visualizzazioni, mentre video di ragazzi che portavano l’attenzione sulla Brexit o sulla mancanza di libertà in Cina hanno riscosso enorme popolarità. Saranno con tutta probabilità le prossime elezioni americane il banco di prova capire se Tik Tok ha le carte in regola per evolversi da servizio di puro divertimento a social media in grado di trattare qualsiasi tematica, al pari di Facebook.
Originariamente pubblicato su Il Telespettatore