Vivere con la complessità

6 Mag 2011 -

Vivere con la complessità

Condannati alla complessità. Così ci dipinge Donald Norman nel suo ultimo libro, Vivere con la complessità , appena uscito in Italia da Pearson. Norman è ingegnere e psicologo, con un passato di vicepresidente della Apple (dove spiega di aver cercato vanamente di convincere l’azienda a prevedere un secondo tasto per il mouse, decisione che sarebbe arrivata soltanto in seguito) ed è autore di libri cult come La caffettiera del masochista (Giunti 1990), Le cose che ci fanno intelligenti (Feltrinelli 1995), Il computer invisibile (Apogeo, 2000) e il recente Emotional design (Apogeo 2004). Da tempo applica i principi del design fisico all’immaterialità dei siti web, con Jakob Nielsen, guru del web design, con cui dirige il Nielsen Norman Group.
Nella sua ultima opera, l’autore, noto per aver in passato stigmatizzato alcune tendenze di pessimo design improntate a inutili complicazioni, sembra quasi cambiare opinione. Teorico della semplicità e primo avversario di quella che egli stesso ha ribattezzato ‘funzionalite’, ovvero la tendenza ad arricchire gli strumenti tecnologici di sempre nuove funzioni, ci spiega che un certo tasso di complessità è necessario: si tratta soltanto di capire dove lo si colloca, se nell’oggetto o nel suo uso. L’esempio di Norman è quello degli sci: semplicissimo capire a cosa servono, piuttosto difficile usarli nel modo corretto. Al contrario, si pensi a un software per l’editing fotografico. È arduo orientarsi fra le scelte possibili e i vari menù, ma una volta imparato è il programma a eseguire tutto e all’utente non è richiesta una particolare perizia.

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Condannati alla complessità. Così ci dipinge Donald Norman nel suo ultimo libro, Vivere con la complessità , appena uscito in Italia da Pearson. Norman è ingegnere e psicologo, con un passato di vicepresidente della Apple (dove spiega di aver cercato vanamente di convincere l’azienda a prevedere un secondo tasto per il mouse, decisione che sarebbe arrivata soltanto in seguito) ed è autore di libri cult come La caffettiera del masochista (Giunti 1990), Le cose che ci fanno intelligenti (Feltrinelli 1995), Il computer invisibile (Apogeo, 2000) e il recente Emotional design (Apogeo 2004). Da tempo applica i principi del design fisico all’immaterialità dei siti web, con Jakob Nielsen, guru del web design, con cui dirige il Nielsen Norman Group.
Nella sua ultima opera, l’autore, noto per aver in passato stigmatizzato alcune tendenze di pessimo design improntate a inutili complicazioni, sembra quasi cambiare opinione. Teorico della semplicità e primo avversario di quella che egli stesso ha ribattezzato ‘funzionalite’, ovvero la tendenza ad arricchire gli strumenti tecnologici di sempre nuove funzioni, ci spiega che un certo tasso di complessità è necessario: si tratta soltanto di capire dove lo si colloca, se nell’oggetto o nel suo uso. L’esempio di Norman è quello degli sci: semplicissimo capire a cosa servono, piuttosto difficile usarli nel modo corretto. Al contrario, si pensi a un software per l’editing fotografico. È arduo orientarsi fra le scelte possibili e i vari menù, ma una volta imparato è il programma a eseguire tutto e all’utente non è richiesta una particolare perizia.

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