Quando, qualche mese fa, Mark Zuckerberg ha spiegato che la prossima frontiera della comunicazione sarà il Metaverso, annunciando anche il cambio di nome di Facebook, proprio in Meta, non era chiaro per tutti a cosa si riferisse. Il Metaverso non è in realtà un concetto nuovo. Il primo a introdurlo è stato lo scrittore di fantascienza Neal Stephenson nel suo romanzo del 1992, “Snow Crash”, riferendosi a un mondo virtuale tridimensionale che si può esplorare attraverso la propria immagine in 3D (avatar). Nella concezione del capo di Facebook sarà qui che si svolgeranno molte delle nostre attività tra una decina d’anni: al posto delle videochiamate lo scenario sarà quello di ambienti virtuali condivisi, dove incontrarsi con gli avatar dei nostri interlocutori, quindi con molte possibilità in più d’interazione e scambio. Ci avevano già provato gli americani della Linden Lab con “Second life”, un vero e proprio mondo virtuale dove stabilirsi con la propria casa o la propria attività commerciale e incontrare altre persone. Nata nel 2003 e accolta da un grande successo di pubblico, con aziende del calibro di Ibm che avevano aperto una sede al suo interno, Second Life si è negli anni molto ridimensionata, lasciando spazio all’ascesa dei social media. Ora proprio dal social più famoso riparte la sfida per la costruzione di un metaverso.
I videogiochi, universi alternativi
Ma per capire meglio che cosa potrebbe attenderci nel futuro – non prossimo, ma neppure lontanissimo – una strada infallibile è quella di guardare al mondo dei videogames, che di metaversi se ne intendono e ce li propongono già da qualche tempo. Che altro è il popolarissimo Fortnite, ad esempio, se non un mondo virtuale dove svolgere missioni (in genere piuttosto aggressive) e passare del tempo? Basti pensare che nel febbraio 2019 nel mondo virtuale di Fortnite si è tenuto un concerto del celebre dj Marshmello (o meglio del suo avatar), con la partecipazione di oltre 10 milioni di utenti, tutti rigorosamente avatar. E oltre a Fortnite sono molti altri i giochi online che potremmo citare, e che di fatto costituiscono un’avanguardia del Metaverso. Ultimo nato ed estremamente popolare proprio in questo periodo tra i ragazzi è il cinese Genshin Impact, un gioco disponibile gratuitamente online, dalla grafica molto sofisticata, parente stretta degli anime (i disegni animati giapponesi), che offre la possibilità di muoversi in un mondo tridimensionale dove compiere missioni tra le più varie. E’ un gioco “open-world”, liberamente esplorabile e dove si può anche decidere di aggirarsi per il mondo senza necessariamente impegnarsi in combattimenti. E proprio la qualità grafica dell’ambiente e dei personaggi, che ricordano da vicino quelli dei più celebri fumetti giapponesi, sta uno dei punti di forza del gioco. Indicato sopra ai 12 anni, ha, come tutti i giochi gratuiti, qualche aspetto critico nella spinta ad acquistare poteri o accessori per il proprio personaggio. Un aspetto cui prestare attenzione, insieme, come sempre, ai tempi di utilizzi. Ma, fatti salvi gli aspetti critici, se i vostri figli già ci stanno giocando o vi chiedono di scaricarlo, fateci un giretto assieme. E la prossima volta che vi parleranno di Metaverso, avrete certamente le idee un po’ più chiare.
Originariamente pubblicato su puntofamiglia